L'amianto: cos'è

Cominciamo col dire che la parola amianto e la parola asbesto sono sinonimi, e vengono tutte e due dal greco e significa uno "incorruttibile" e l'altro "inestinguibile" : proprio per questo, quando nel 1901 l'austriaco Ludwig Hatschek inventa il cemento-amianto, lo chiama

EternitIl che fa capire bene le sue doti di indistruttibilità.

 

 

Tecnicamente si tratta di un gruppo di minerali (quindi presenti in natura) che si presentano sotto forma di fibre incombustibili suscettibili di tessitura: crisotilo, amosite, crocidolite, antofillite, tremolite e actinolite. Per chi volesse approfondire questi aspetti, rimando a questo e quest'altro documento del Comune di Broni, io ve ne citerò solo i passaggi fondamentali.



"Quella che viene considerata come una fibra di amianto in realtà è costituita da un agglomerato di migliaia di fibre che, sottoposto a sollecitazioni, può scomporsi e rilasciare fibre singole. Tale peculiarità se da un lato impartisce le caratteristiche tipiche dell’amianto, dall’altro lo rende pericoloso perché sono proprio le singole fibre rilasciate, responsabili delle patologie conosciute."



Se pensiamo che " in un centimetro lineare si possono disporre fianco a fianco 250 capelli, oppure 500 fibre di lana, oppure 1300 di nylon, oppure 335.000 fibrille di amianto " , riusciamo a capire quanto sono invisibili queste microfibre e perchè sono così pericolose perchè in grado di raggiungere, se inalate, i tratti più periferici dell’ alberatura bronchiale .

 

 

L'amianto: come si smaltisce

Foto della Minera di Crisotilo a Balangero (TO)
Foto della Minera di Crisotilo a Balangero (TO)

Il 30 Maggio 2011 in Regione Lombardia si è tenuto un interessante convegno che ha fatto il punto della situazione amianto in Lombardia e che ha visto innumerevoli partecipanti. Quasi tutto il materiale sui metodi di smaltimento proviene quindi da questo convegno.

Ringrazio il Gruppo Consiliare del PD Lombardo per avermelo fornito.

 

Ad oggi esistono 3 metodi per smaltire l'amianto:

  1. lo smaltimento tramite inglobamento, a cui si riferisce la discarica
  2. lo smaltimento tramite processi fisico-chimici , in cui annoveriamo gli impianti a trattamento chimico ed idrotermico 
  3. lo smaltimento tramite processo termico, in cui si annoverano gli impianti di litificazione, vetrificazione e ceramizzazione.

 

Gli impianti che si basano sugli ultimi due processi (fisico-chimico e termico) vengono detti anche impianti di inertizzazione, poichè trasformano l'amianto in composti inerti (fase cristallina non fibrosa) 

 

La discarica

La discarica: le leggi

Ecco come si presenta una discarica quando è esaurita. Questa è la discarica Am Lemberg, in Germania
Ecco come si presenta una discarica quando è esaurita. Questa è la discarica Am Lemberg, in Germania

Il testo generale di riferimento è il  Decreto Legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 a cui va aggiunto per la Lombardia la Deliberazione della Giunta Regionale  del 13 Febbraio 2008 n. 8/6581.

 

In quest'ultima soprattutto  leggiamo innanzitutto che è la Provincia che decide i luoghi dello smaltimento e che l'ultima parola spetta alla Regione e le caratteristiche tecniche che devono avere i siti (distanza dai centri abitati, dalle scuole, etc...)

 

Le caratteristiche sono talmente tante, che onestamente non mi è possibile riassumerle. Diciamo che le principali sono:

 

  • non essere in luoghi di pregio paesaggistico , naturalistico ed agricolo.
  • essere a 400 metri dalle case ed a 1000 metri da scuole ed ospedali
  • non essere in zona  idrogeologicamente dissestata
  • caratteristiche idrogeologiche del sottosuolo adeguate (secondo legge)

 

 

Secondo quanto dice Gaia Onlus al convegno del 30 maggio 2011: 

"La Regione Lombardia prevede la realizzazione di 5 discariche controllate di cemento-amianto, di cui una già autorizzata, in provincia di Brescia (Ecoeternit) e 4 in corso di autorizzazione per una capacità di conferimento di circa 2,5 milioni di metri cubi. Ad oggi, l’unico metodo operativo in Italia per assicurare la non pericolosità dell’amianto e del cemento-amianto resta il conferimento in discarica controllata, impermeabilizzata e attrezzata nella massima sicurezza sotto il costante controllo delle autorità pubbliche (Arpa, Asl, Comune, Provincia e Regione)."

 

 

Gli impianti di inertizzazione

Come visto, ve ne sono di 2 diverse categorie: quelli che usano un processo termico e quelli che usano un processo chimicofisico.

A loro volta, le due categorie contengono ancora diversi tipi di impianto.

Ma andiamo con ordine.

Impianti di inertizzazione con processo termico

Aspireco
Aspireco

Intendiamoci: si tratta di impianti in cui c'è un forno che funziona dai 1000 ai 1500 gradi e c'è una ciminiera che emette fumo.

Il forno ha bisogno quindi di energia e non credo proprio possa essere spento, se non a costi elevatissimi,  quindi....ha bisogno di funzionare continuamente e cioè è "produttivo" solo con ingenti e continui apporti di amianto. Il che vuol dire molti camion carichi d'amianto e che viaggiano anche per lunghi tragitti.

 

  • Degli impianti presentati  ve n'è uno solo che già esiste e funziona, ed è l'impianto francese dell'azienda Inertam: si tratta di un'impianto cosiddetto di vetrificazione, perchè l'amianto viene trasformato (tramite le alte temperature) in un composto vetroso che può essere utilizzato per il manto stradale. Non sto a spiegare il processo, perchè è complesso: pubblico però qui sotto delle foto dell'impianto che possono bene almeno rendere un'idea.

Tutti gli altri progetti presentati sono invece sperimentali:

  •  vediamo fra questi prima il progetto che, non solo a mio modesto parere , sembrerebbe il più completo, soprattutto perchè l'unico che ha già fatto un impianto sperimentale e che ha già quindi misurato in maniera affidabile le emissioni dei fumi. Si tratta del progetto dell'azienda Aspireco. Questo impianto trasforma l'amianto in un "filler", un composto inerte che può poi essere riutilizzato principalmente per uso edile. 

 

 

 

 

  • vi è poi il progetto presentato dall'azienda Zetadi srl (fatto in collaborazione col prof. Gualtieri dell'Università di Modena) in cui l'amianto viene trasformato in una miscela di silicati assimilabili al clinker grigio che possono essere riutilizzati in campo edile.

Qui sotto la galleria di foto.

Infine è stato presentato il progetto sperimentale dell'azienda Cynergy che, oltre all'alta temperatura, sfrutta un procedimento con nanogas per ottenere composti inerti.

Impianti di inertizzazione con processo chimico-fisico

E' stato presentato il progetto sperimentale fatto dall'azienda  SSistemi (in collaborazione col Politecnico di Milano e l'Università di Genova).

Questo impianto usa un trattamento idrotermico per trasformare l'amianto in cristalli non fibrosi (monticellite, forsterite, etc..). Qui la temperatura del forno è più bassa (650 gradi) ed il processo avviene in soluzione acquosa.

Inertizzazione con siero di latte esausto

E' una metodica messa a punto recentemente dalla Chemical Center S.r.L. , con brevetto europeo: EP11175285.3, in collaborazione con l'Università degli Studi di Bologna, nel cui centro LEBSC ( Laboratorio di Strutturistica Chimica Ambientale e Biologica) il procedimento è stato studiato e testato.

 

Si tratta in pratica dell'utilizzo di due rifiuti, il cemento-amianto e il siero di latte esausto e/o scarti acidi provenienti da lavorazioni agroalimentari, che si denaturano a vicenda, producendo come risultato:

  • metalli quali Mg, Ca, Ni, Mn,
  • carbonato di calcio nanostrutturato per l’ edilizia (oppure bombole di CO2), idropittura, concime e fertilizzanti per l'agricoltura.

Alla fine del processo non ci sono rifiuti né liquidi, né solidi.

 

La decomposizione del cemento amianto avviene a temperatura ambiente, mentre l'ottenimento degli altri prodotti si ottiene a temperature di 150-180° e in atmosfera pressurizzata. Entrambi i processi avvengono in reattori ermetici inseriti in una area protetta chiusa sotto depressione, in modo tale che non vi sia dispersione di fibre di amianto.

 

Quanto qui descritto è stato tratto tra l'altro dal documento che allego e che mi è stato gentilmente fornito da Giorgia Beghini, che sta preparando la sua tesi di laurea proprio su questo argomento. In questo documento potrete trovare informazioni più dettagliate sul processo e sull'impianto.

 

L'impianto è al momento in fase di prototipo: promette in conclusione di utilizzare rifiuti, il cui smaltimento è molto costoso, per ottenere prodotti dall'alto rendimento economico e mediante un processo con un dispendio energetico, e quindi economico, non eccessivo.

trasformazione-dellamianto-con-siero-di-
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CONCLUSIONI

Direi che la più lampante considerazione qui è che non esiste la soluzione ideale. Da una parte abbiamo una discarica che ha i lati negativi della gestione del percolato (anche se il rischio di dispersione di fibre d'amianto in acqua è davvero infinitesimale), e dall'altra abbiamo delle vere e proprie "fabbriche" con ciminiere fumanti e forni assorbi-energia da tenere sempre in funzione (con conseguente trasporto di amianto anche da zone lontane).

C'è però da considerare che, in assenza dell' una come dell' altra, ci si tiene l'amianto sui tetti, nei pavimenti, nei muri, nei tubi, etc....il che , dall'esperienza fin qui fatta, sembrerebbe la cosa peggiore.

 

Devo fare qui un distinguo doveroso per il procedimento di inertizzazione con siero di latte esausto, perché di questo non possiedo ancora foto dell'impianto e informazioni più dettagliate. A vedersi sulla carta e per il momento sembrerebbe l'uovo di Colombo, ma...aspettiamo dati più certi.

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Commenti: 12
  • #1

    francesco (martedì, 04 settembre 2012 23:16)

    Sicuramente la discarica di cemento di amianto è la peggiore degli altri casi;perchè chi controlla?l'asl , l'arpa, gli enti locali?ma non fatemi ridere..esssi non controllano niente, ne è a prova, dell'incidente di un camion a Montichiari che trasportava amianto non a norma ed era destinato in discarica ..e nessuno controllava e allora?dirò di più, andate a vedere vicino ai siti quanti asbestosi ci sono e quanti sono morti ;preferisco la vetrificazione ...è il male minore , rendere intanto innocuo l'amianto...

  • #2

    borsetto massimo (lunedì, 04 marzo 2013 17:06)

    lo smarino, milioni del nuovo tunnel di base svizzero è stato scaricato nel lago di lugano. E' probabile che vi fosse anche roccia amiantifera. qual è il comportamento dell'amianto nell'acqua? può riaffiorare°?

  • #3

    claudiaporzio (martedì, 05 marzo 2013 16:55)

    Caro Massimo Borsetto, scusami se ho impiegato 24 ore, ma prima di risponderti ho consultato Legambiente per essere più sicura.
    Allora, partiamo da due considerazioni di base:
    1) l'amianto di per sè non è nocivo. E' la fibra d'amianto che è pericolosa.
    2) la fibra d'amianto è nociva solo per inalazione.
    Detto ciò, se l'amianto è in un lago, dovrebbero verificarsi le seguenti cose:
    1) l'acqua erode l'amianto e quindi si formano delle micro-fibre
    2) le microfibre trasportate dall'acqua, vengono depositate sulla spiaggia, per esempio da un'onda
    3)l'acqua sulla spiaggia evapora e lascia la microfibra d'amianto libera di disperdersi nell'aria.
    Una volta verificatesi queste tre condizioni, ecco che l'amianto ridiventa pericoloso.
    Quali e quante siano le probabilità che ciò accada non credo che spetti a me dirlo, visto che non sono un matematico.
    Ciao e grazie per la domanda.

  • #4

    claudiaporzio (venerdì, 22 marzo 2013 13:49)

    Per Massimo Borsetto: sono venuta adesso in possesso di un documento della Comunità europea che dice che anche le fibre disperse nell'acqua ed ingerite causino alcuni tipi di tumore. Ti pregherei di leggere il documento che ho pubblicato integrale a pagina 7: aggiornamenti 2013.
    Ciao

  • #5

    Fabio (giovedì, 20 giugno 2013 07:16)

    Ciao :)
    Avrei una curiosità, da togliermi, se ci fosse amianto nella costruzione dove si abita è possibile capire se sia pericoloso viverci? se per esempio è presente nel tetto o nella pavimentazione come può essere assorbito? in conclusione esistono dei rilevatori economici di questo materiale per conoscerne la dispersione nell'aria o nell'acqua?

    Grazie, Fabio.

  • #6

    marco (venerdì, 21 giugno 2013 10:46)

    Ciao Claudia volevo sapere cosa ne pensi del PREBOX : una cassaforte in calcestruzzo a tenuta garantita e certificata per lo stoccaggio in sicurezza dell'amianto. Il prebox ha una durabilità superiore ai 100 anni. Una volta che ci sarà un impianto anche in italia che dia sicurezza riguardo la trasformazione dell'amianto allora il prebox (con il suo contenuto) potrà essere inertizzato. Il prebox nel frattempo potrà essere stoccato in ex-cave o piattaforme di recupero rifiuti e l'amianto non dovrà più essere conferito in discarica su pallet rivestiti di cellophane. Grazie

  • #7

    claudiaporzio (martedì, 25 giugno 2013 18:41)

    Ciao Fabio, scusami se ci ho messo 5 giorni per risponderti, ma ho dovuto chiedere info in merito a quanto richiedevi, perchè non piacerebbe dirti cose imprecise, visto l'argomento delicato.
    Ma andiamo con ordine: il rilevamento delle fibre di amianto avviene tramite aspirazione dell'aria e sua analisi al microscopio per il conteggio delle fibre. Rilevatori economici non esistono: il consiglio che possiamo darti è di rivolgerti in questo caso alla tua Asl per chiedere informazioni.
    Per quanto riguarda invece la tua prima domanda, il grado di pericolosità dipende in primis dallo stato del manufatto contenente amianto. Su tutti i documenti di analisi seri ho visto che di questi manufatti danno come indicazione generale una vita media di circa 20/30 anni.
    Spero di esserti stata d'aiuto.
    Grazie per la domanda.
    Claudia

  • #8

    claudiaporzio (martedì, 25 giugno 2013 18:47)

    Ciao Marco, anche tu scusami se ho impiegato qualche giorno, ma ho cercato info scientifiche del prebox: purtroppo non ne ho trovate. Ho trovato solo qualche articolo di giornale che parlava di una durabilità intorno ai 100 anni. Quando si parla di questi ritrovati mi piacerebbe dare info attendibili e sperimentate, ma in questo caso purtroppo non riesco a dartene. Chiaramente sono "in allerta", cioè appena e se troverò qualcosa sulle sperimentazioni fatte sul pre-box, non mancherò di inserirle nello spazio apposito, perchè è giusto che si diano tutti gli aggiornamenti.
    Grazie quindi per questa domanda che mi permette di seguire le eventuali innovazioni tecnologiche.
    Claudia

  • #9

    Enzo (venerdì, 27 giugno 2014 18:52)

    Esiste una tecnica per smaltire i rifiuti tossici con il gassificatore al plasma. Pare non comporti emissione di sostanze nocive

  • #10

    claudiaporzio (sabato, 27 settembre 2014 12:20)

    Enzo scusami, ma ho visto il tuo messaggio solo adesso....meglio tardi che mai....
    Ho controllato ed effettivamente questa tecnica che usa una torcia al plasma sembrerebbe davvero ottima per i rifiuti pericolosi. Sembrerebbe però che vi sia bisogno di altissimo livello tecnologico dell'impianto, unitamente ad altissimi costi di realizzazione e di gestione. Il che chiaramente frena gli entusiasmi degli amministratori. Grazie per l'informazione e sei hai dati o spiegazioni tecniche da pubblicare e me le invii, te ne sarò grata.
    Claudia

  • #11

    AnonimoNapoletano (martedì, 17 marzo 2015 22:27)

    Inanzi tutto vorrei dire a tutti voi che nella zona di Mariconda( Frazione di Pompei NAPOLI) in terre in zone che io non conosco ho trovato una discarica al dir poco ... Impressionante... Ho trovato container di plastica buttati sul terreno, Immondizia,Mobili, Divani, Sedie,Letto, Ferro,Acciaio .
    E sopratutto AMIANTO io passo ogni giorno col Pulman Privato per questa DISCARICA e ho visti 2-3 giacimenti di depositi di amianto gettati sul terreno e ci passo 2 volte al giorno da 2 anni e mi chiedo come sia possibile che tutto questo esiste ancora e non si fa nulla per rimediare...

  • #12

    Claudia (mercoledì, 19 ottobre 2016 19:11)

    Desidero qui ringraziare voi tutti che state partecipando a questa interessante discussione ed in particolar modo Antonio che mi ha inviato un interessante aggiornamento su di una nuova tecnica di smaltimento tutta italiana e che sembrerebbe molto promettente.
    Comincio adesso quindi a studiarla e ad informarmi in merito e conto al più presto di pubblicare un approfondimento in merito.

    Avrei anche un messaggio per AnonimoNapoletano: hai segnalato quanto scrivi qui alle autorità competenti ?

    Grazie ancora a tutti e a presto.