L'amianto a Broni

breve storia e come sono i fatti finora

La Fibronit vista dall'alto
La Fibronit vista dall'alto

La Fibronit apre nel 1919, ma comincia a produrre amianto nel 1932 e chiude nel 1994: sono quindi circa 60 anni di produzione di amianto.  Quando nacque la fabbrica era situata esternamente al perimetro della cittadina di Broni,  però col passare del tempo , la periferia si è espansa, portando cos’ l’azienda sempre più a contatto con case e luoghi frequentati giornalmente dai cittadini. In totale il territorio occupato è di 140.000 mq, di cui il 35% sono palazzine e uffici, il resto zone sono ex siti di produzione attiva, in cui sono stoccati residui di lavorazione e vasche di liquami ad alto tenore di cromo e rifiuti pericolosi.

(fonti:  dal sito Amianto Broni e Web Magazine Ambiente & Ambienti).

 

Come riferisce Gianluigi Vecchi di Legambiente Pavia , la Fibronit era "una realtà economica importante che ha coinvolto il comune pavese e il suo circondario dando lavoro a quasi 4mila persone, un aspetto non trascurabile in questa vicenda, perché le primissime denunce degli ambientalisti nei confronti sulla pericolosità di detto materiale, furono accolti con molto scetticismo se non addirittura ostilità."

 

 

Intervista a Luigi Vecchi - Legambiente - Pavia

Inchieste

Una breve inchiesta sul sito de "La Repubblica" del 7 Novembre 2011 racconta in sintesi il dramma dell'amianto in Lombardia e più precisamente a Broni. 

Un'altra breve inchiesta che sintetizza la vicenda è apparsa su Vice News il 12 Febbraio 2016

 

 

Com'era la lavorazione ?

Ecco un video illuminante ed agghiacciante su come si lavorava l'amianto nell'Eternit di Casale: nessuna protezione, nessuna precauzione.  

Le date più importanti

Ovvero: quello che il Comune sta facendo a Broni

 

Il sito della Fibronit di Broni è stato inserito nell'elenco delle aree di bonifica di interesse nazionale in base alla legge 426 del 9 dicembre 1998.

Qui trovate la scheda del Ministero dell'Ambiente e sicurezza energetica in merito.

Il primo documento che ho trovato (che ho trovato io, quindi magari ne esistono altri) che dimostra l'impegno dei Bronesi per la risoluzione del problema è del Marzo del 2000 ed è del Comitato Difesa Ambiente.

Lo potete leggere cliccando ed ingrandendo l'immagine qui accanto. 

Dopodichè ci sono diverse leggi nazionali (fra cui anche  il  Decreto del 28 Novembre 2006 n. 308 ) in cui via via si aumentano i finanziamenti destinati al sito di Broni, fino ad arrivare all' Accordo di Programma siglato col Ministero dell'Ambiente il dicembre 2007 e che allego qui di seguito.

Accordo col Ministero dicembre 2007
contiene tutto il programma di bonifica
accordo_programma.pdf
Documento Adobe Acrobat 1.7 MB

 Il documento più interessante  e completo che ci parla di Broni e della Fibronit è La Relazione del PRAL per l'anno 2009, pubblicata ad ottobre 2010:

 

"In Regione Lombardia è prioritaria la bonifica dell’area dello stabilimento ex Fibronit di Broni. L’area di Broni è stata inserita, con legge 179/2002, tra i siti per i quali gli interventi di bonifica sono considerati prioritari a livello nazionale, in base alla legge 9 dicembre 1998 n. 426.

Il sito d’interesse nazionale di Broni comprende le aree denominate ex Fibronit, ex Ecored e Fibroservice S.r.l. Gli impianti presenti, attualmente dismessi, erano legati alla produzione di manufatti di cemento amianto (tubi, lastre per coperture, pezzi speciali, ecc.).

L’area ex Fibronit, presenta una estensione pari a 10 ha. La superficie coperta da capannoni è pari al 35%. La restante parte, adibita a piazzale è quasi totalmente pavimentata (cls/asfalto).

L’area ex Ecored ha un’estensione pari a circa 3 ha di cui 2,2 ha costituiti dal corpo di fabbrica principale (un’unica entità condivisa con l’area ex Fibronit) e 8.000m2 da settori scoperti.

La Fibroservice S.r.l. risulta proprietaria di alcuni fabbricati all’interno del Sito d’Interesse Nazionale di Broni e rappresenta un’area residuale; occupa, infatti, una superficie di circa 1000 m2 adiacente al viale di accesso al sito. Su tale superficie insistono un edificio ad un piano che costituiva parte degli uffici presenti in corrispondenza dell’ingresso/accesso al sito ed un’area di rimessaggio/deposito di materiali edili, deposti in parte all’aperto ed in parte sotto tettoia.

In data 22 novembre 2007 veniva sottoscritto tra il Ministero dell’Ambiente, la Regione Lombardia, la provincia di Pavia e il comune di Broni l’Accordo di Programma per la bonifica ed il ripristino ambientale del Sito di bonifica di interesse nazionale di Broni . Tale accordo veniva approvato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con decreto prot. n. 4266/QdV/DI/B del 12 dicembre 2007. In data 29 luglio 2008 un’integrazione all’Accordo di Programma ha messo a disposizione una somma di 3.000.000 di euro per procedere con l’esecuzione dei lavori.

Il primo lotto del progetto esecutivo, già iniziato con l’avvenuta bonifica del settore "terrazza ex Ecored" prevede:

la messa in sicurezza delle lastre di cemento amianto esposte all’ambiente esterno (tetti degli edifici e tamponature perimetrali verticali)

il confinamento statico degli edifici mediante tamponatura/sigillatura delle strutture murarie perimetrali e delle coperture

la bonifica da amianto del padiglione (identificato nel progetto definitivo con la sigla B1) in passato adibito a reparto produzione.

Allo stato attuale sono in corso le procedure per la pubblicazione del bando europeo di concorso, trattandosi di una bonifica che prevede un consistente impegno economico.

Per ragioni amministrative l’intervento di bonifica da amianto del primo lotto è stato suddiviso in due stralci. Il primo, per il quale è già disponibile la copertura finanziaria di oltre 1.500.000 euro, verrà a breve avviato tramite il suddetto bando di concorso. Il secondo stralcio verrà bandito non appena ultimata la bonifica prevista nel primo e richiede un impegno economico di 3.000.000 euro circa, già assegnati alla Regione Lombardia dall’atto integrativo all’Accordo di Programma firmato nel luglio 2008. Il quadro economico complessivo dell’intervento pertanto è stimato in circa 5.000.000, 00 Euro.

I tempi per la bonifica complessiva del primo lotto sono valutati in circa diciotto mesi.

Le fasi dei lavori che ad oggi sono stati eseguiti sul sito Fibronit – Ecored per la messa in sicurezza d’emergenza sono i seguenti.

A partire dal piano di caratterizzazione si è proceduto già negli anni passati alla messa in sicurezza del piazzale FIBRONIT mediante asportazione dei materiali contenenti amianto esposti agli agenti atmosferici.

Per quanto riguarda l’area ECORED è stato redatto il piano di caratterizzazione ed è stata completata la bonifica dell’area denominata "terrazza" ove era presente materiale sia compatto che friabile. La bonifica è stata condotta nel corso del mese di luglio 2009 secondo le procedure previste nel piano di lavoro presentato dalla ditta SADI servizi industriali nel dicembre 2008. I monitoraggi ambientali eseguiti nel mese di agosto 2009 hanno confermato la restituibilità dell’area.

In seguito al sopralluogo effettuato dai funzionari ASL si è poi rilevato che in prossimità dell’area ex Fibronit denominata "garage" era presente una certa quantità di materiali di diversa tipologia (pezzi di coperture in 6

cemento amianto, lana di roccia, calcinacci, frammenti di legno, ecc., verosimilmente inquinati da fibre di amianto che si sono accumulate nel tempo) depositati a livello del suolo su un piano di cemento, che costituivano una condizione di potenziale pericolo per la possibilità di dispersione di fibre in atmosfera in condizioni meteorologiche avverse.

Si è colta pertanto l’occasione, tramite un’integrazione al piano di lavoro, per rimuovere anche questi detriti.

Il giorno 28 settembre 2009 si è tenuta nella sala consiliare del Comune di Broni una riunione a cui hanno partecipato rappresentanti dei principali enti interessati alla bonifica e ripristino ambientale del sito di interesse nazionale di Broni. In questa occasione si è fatto il punto della situazione attuale e delle numerose opere ancora da realizzare, tra cui i tetti in eternit che in alcuni punti presentano depositi di fibre e polveri che. E’ prevista quindi nell’immediato futuro la spruzzatura di prodotti collanti per il fissaggio di questi depositi sulle lastre.

Per evitare poi la dispersione di fibre dall’interno dei capannoni (ancora da bonificare) all’esterno si prevede di sigillare le aperture con materiali plastici trasparenti tipo plexiglas che hanno il vantaggio di permettere un’illuminazione naturale all’interno.

Successivamente verranno bonificati i volumi interni e quindi sarà operata la rimozione delle coperture in cemento amianto con protezione delle strutture in muratura, se si vogliono conservare al fine di un futuro recupero nell’ambito del progetto di sviluppo dell’area. Le parti in muratura destinate alla demolizione dovranno prima essere caratterizzate per verifica la presenza o meno di amianto, in particolare per quanto riguarda gli intonaci ed i materiali porosi che possano trattenere le fibre.

Nel corso della stessa seduta sono emerse altresì tre criticità.

La prima riguarda la fognatura di collegamento delle vasche di decantazione della ex-Ecored e collettamento fognario esterno attraverso le quali l’ISPESL, nella nota del 19/06/2009, prospetta il rischio di diffusione nella rete fognaria di melme ed acque contaminate da amianto. In realtà dal momento in cui è cessata la produzione le vasche, che sono coperte e chiuse, non scaricano più in fognatura, per cui l’intervento sui bacini e relativi scarichi, pur previsto, non deve essere considerato prioritario.

La seconda, legata alla presenza di manufatti di produzione ex ecored (che notoriamente non utilizzava asbesto come materia prima) potenzialmente contaminati da amianto, prevede la rimozione di detti manufatti e il loro posizionamento all’interno di un capannone in area confinata. Si propone di effettuare rilievi analitici aggiornati al fine di valutare l’entità dell’inquinamento e coprire le aree contaminate con teli di polipropilene senza prevedere alcuno spostamento, in attesa della definitiva bonifica.

Per quanto riguarda la terza criticità, relativa all’uso dei filtri del sistema di aspirazione utilizzato per mettere in depressione i capannoni rispetto all’esterno, si è convenuto di attribuire alla ditta vincitrice dell’appalto dei lavori il compito di attivarsi per le necessarie autorizzazioni presso gli enti preposti.

Sono inoltre proseguiti i monitoraggi ambientali per cui si rimanda al capitolo XXXX

Oltre al sito di Broni, sono stati indagati ulteriori siti con presenza di amianto la cui priorità d’intervento di bonifica è stata valutata attraverso la "Procedura per la determinazione delle priorità d’intervento ai sensi dell’articolo 1 del Decreto 18 marzo 2003, n. 101", approvata dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome nella seduta del 29 luglio 2004.

La procedura consente di attribuire un punteggio a ciascun sito con presenza di amianto e quindi poter elaborare una graduatoria che esprime in modo sintetico la priorità di bonifica .

In applicazione di tale procedura sono stati individuati (tabella 5) 62 siti di proprietà pubblica (Aggiornamento febbraio 2010) . "

 

Tale tabella si trova a pag. 7 sempre della Relazione suddetta.

Da questa si vedono tutte le priorità in Lombardia oltre la Fibronit e a queste priorità viene assegnato un punteggio: Broni è presente nuovamente al n° 37 , 42 e 46.

Da rilevare che in questa tabella manca la Scuola Elementare, che sarà comunque da aggiungere una volta ultimati i lavori della nuova scuola e quando gli alunni vi si saranno trasferiti.

A pag. 8 invece si vedono i siti contaminati di Broni in fase di bonifica che sono:

  • Area Ex Fibronit
  • Ex Cinema Teatro Carbonetti
  • Cimitero

 

A pag. 16 troviamo anche i risultati delle  misurazioni delle fibre di amianto disperse nell'aria a Broni per gli anni 2006-2009 

 

 

 

 

 

 

 

Lo stato dell'arte

Ovvero come stanno le cose ad oggi 2 Luglio 2011

1. A livello Regionale

In seguito alla Legge Regionale (L.R. 17/2003) è stato approvato con delibera del 22.12.2005 n. 8/1526 il PRAL, Piano Regionale Amianto Lombardia (qui trovi il testo completo): con esso  la Regione si obbliga a  a smaltire (entro gennaio 2016) tutto l'AMIANTO presente sul territorio lombardo. 

 

Tutto ciò deve avvenire in varie fasi, fra le quali le principali sono:

  • censimento
  • individuazione dei siti delle discariche

 

Secondo il Rapporto di Legambiente (Dossier Piani Regionali Amianto del 27 Aprile 2010), attualmente in Lombardia il censimento è ancora in corso e per il momento sono stati identificati:

 

  • 4.288 edifici pubblici contenenti amianto
  • 23.972 edifici privati contenenti amianto
  • 1.033 siti con amianto friabile
  • presenza di 2.700.000 metri cubi di amianto (pari a 81 milioni di metri quadri)

 

Sempre dal medesimo rapporto si evince che alla data di Aprile 2010 in Lombardia c'era una sola discarica di amianto, però già esaurita dal marzo 2009.

 

Infine, sempre dal medesimo rapporto, si deduce che ci sono 5 discariche in corso di autorizzazione, per una capacità totale di 

2.052.000 metri cubi. Contando che a censimento non ancora completo la quantità stimata di amianto in Lombardia (2 milioni e 700.00 metri cubi) è superiore a questa capacità di discariche approvate (circa 2 milioni) , dobbiamo arrivare alla conclusione che al momento la Regione Lombardia non è ancora autosufficiente in merito alla capacità di smaltimento del proprio amianto.

 

Qui trovate un articolo del Sole 24 Ore di Marzo 2011 dove si spiega in sintesi l'iter regionale che si sta seguendo.  

 

Qui troviamo un articolo dell'Eco di Bergamo del marzo 2011 in cui si parla delle priorità lombarde di bonifica: sembrerebbe che " Il Comune nelle condizioni più preoccupanti sia Sesto San Giovanni che ha ben 9 siti contaminati gravemente dall'amianto. Varese è a quota 4 e Broni 3. Sessantadue siti in totale. È la punta dell'iceberg della mappa delle bonifiche redatta dalla regione che si prepara a varare una nuova legge. "

Sempre in quest'ultimo articolo si legge: "È stata quindi rilasciata l'autorizzazione alla Profacta per realizzarne una nuova dalle dimensioni limitate (80 mila mq) a Brescia. Altri sei impianti tra Bergamo, Brescia e Cremona attendono il via. "

 

Questi due articoli visti qui in ultimo, sono semplicementi commenti a quello che è il documento più importante, ovvero la relazione del Pral  sopra citata.

 

Secondo l'ultimo aggiornamento dell'Asl Lombardia, riportato  dall'associazione Gaia Onlus:  

"In Lombardia al 31.01.2011 sono stati censiti 55.712 siti/strutture private e pubbliche con presenza di amianto, di cui 2.247 in matrice friabile. Rispetto al valore rilevato al 29.02.08, pari a 10.895 (Relazione al Consiglio Regionale anno 2008), sono stati quindi censiti ulteriori 44.817 siti.

 

 

2. A livello Nazionale

CDS Marzo 2011
Approvazione progetto 1° lotto bonifica e messa in sicurezza Conferenza dei Servizi Marzo 2011
contenuti-Broni-2011-c_decisorie-verb. c
Documento Adobe Acrobat 2.9 MB

Aggiornamento al 4 agosto 2011

Come si può rilevare dalla pagina precedente vi è stato un articolo il 3 agosto su La Provincia Pavese in cui sembrerebbe che la Regione Lombardia abbia deciso che è prioritario costruire un mega-impianto di inertizzazione dell'amianto, e chè Broni è uno dei siti possibili.

 

 

2. A Livello Provinciale

Lo stemma della Provincia di Pavia
Lo stemma della Provincia di Pavia

La Provincia di Pavia durante la scorsa legislatura ha identificato un generico fabbisogno della provincia  di almeno due discariche: l'obiettivo è di rendere la provincia autonoma per quanto riguarda lo smaltimento del suo amianto.

Generico perchè non è stato ancora fatto un censimento completo dell'amianto presente in provincia (solo il Comune di Broni è stato più attento a quest'aspetto e qui potete vedere la foto dall'alto del rilevamento fatto nel nostro Comune). 

Dal web apprendiamo che ci sono effettivamente da noi due richieste: una a Ferrera Erbognone (qui la notizia, dove si vede anche che il Comune ed i cittadini sono contrari) ed una a Cava Manara (qui la notizia)  e qui il blog  dei cittadini contro la discarica a Cava Manara e qui la loro pagina su facebook.  

 

Il 12 Luglio 2011 si è tenuto in Provincia un tavolo con l'assessorato all'ambiente e le associazioni ambientaliste presenti sul territorio. Questo, da verbale, è quello che è stato detto sull'amianto:

 

"Riguardo al problema dell’amianto l’Assessore ritiene che sia ragionevole effettuare una panoramica sulle criticità territoriali che non può però essere un censimento basato sul carattere volontario delle segnalazioni; a seguito di tale rilevazione si rifletterà sul metodo di smaltimento dell’amianto, sebbene l’amministratore sottolinei i tempi più lunghi nel caso si scelga di percorrere una strada sperimentale volta in questo caso all’inertizzazione dell’amianto col metodo del Prof. Gualtieri. Legambiente sottolinea inoltre la necessità di una gestione oculata e ragionevole del centro dove si smaltirà l’amianto affinché non si conferisca in loco il residuo dell’intera Regione, sebbene il Comitato di Ferrera paventi il fatto che la tendenza parrebbe proprio quella, a giudicare dai volumi coinvolti nei progetti."

 

Il 29 Luglio 2011 a Broni si è tenuta un'assemblea pubblica in cui l'Assessore all'ambiente Alberto Lasagna ha spiegato che è stato deciso di completare il censimento prima di cominciare i ragionamenti sull'identificazione dei siti di smaltimento.

 

Il 3 Agosto 2011 si è tenuto a Pavia un incontro fra Assessore Regionale Belotti  (quello dell'articolo alla pagina precedente e citato anche sopra) a cui la Provincia di Pavia non è stata invitata, pur essendo per legge uno dei 2 attori principali della questione.

 

 

Come ricorda il Sindaco di Ferrera Erbognone in un articolo apparso su "La Provincia Pavese" il giorno 8 Luglio 2011, e che si può leggere per intero cliccando sopra l'immagine qui accanto per ingrandirla, "....l'ultima parola è in capo alla Regione e che spetta alla Provincia individuare i terreni su cui insediare queste discariche: il Comune non ha voce in capitolo"...

 

 

Prime conclusioni

Dai documenti letti fin qui secondo me si possono trarre delle prime  conclusioni:

 

  • non bisogna  fare lo stesso errore del passato, ovvero valutare solo uno degli aspetti della questione, ma valutarli tutti contemporaneamente: impatto ambientale, salute, questione economica sia per quanto riguarda la bonifica della Fibronit che per la bonifica degli altri siti pubblici e privati.
  • La  Provincia di Pavia dovrà prima fare un censimento del fabbisogno e poi identificare il luogo sembrerebbe per il momento di almeno 2 siti di smaltimento dell'amianto ( almeno così aveva deciso la precedente giunta). Ma al momento i cittadini dei luoghi dove sono state fatte richieste (Ferrera Erbognone e Cava Manara) si oppongono a queste discariche: l'istruttoria di Cava Manara in Regione risulta sospesa, mentre quella di Ferrera sembra procedere. 
  • il territorio di Broni contiene il sito di smaltimento a priorità 1 della Regione Lombardia, più svariati siti a priorità varie.  Dobbiamo quindi assolutamente scindere i due problemi: uno è la bonifica dell'ex area Fibronit e l'altro è la bonifica dell'amianto diffuso nelle costruzioni sia pubbliche che private. In provincia di Pavia   sembrerebbe il territorio più contaminato. 
  • Qualora si decida di fare una discarica in loco per smaltire l'amianto della Fibronit, il Ministero stanzierà 10 milioni di euro in più (lo si legge nella nota finale dell'ultima pagina dell'Accordo del 2008).
  • I Comuni hanno scarsa voce in capitolo: l'ultima parola spetta sempre alla regione (vedi pagina successiva Deliberazione Regione Lombardia Febbraio 2008). La Provincia è quella deputata ad identificare i siti destinati allo smaltimento. Ad oggi non solo non l'ha ancora fatto, ma il piano rifiuti della precedente giunta (qui tutti i documenti) affronta pochissimo il problema amianto.
  • Se oggi dovessimo fare la bonifica dell'amianto presente in Broni (80/90.000 tonnellate stimate solo nella Fibronit) non potremmo smaltirlo in Lombardia, perchè ad oggi non vi sono discariche. Invece portarlo fuori Italia va in deroga alle leggi europee, che obbliga ogni paese ad essere autosufficiente in tal senso.
  • Fare qui quello che si è fatto a Casale probabilmente non sarebbe possibile: per motivi tecnici (non sembra infatti che la Fibronit sia provvista di un seminterrato come l'Ethernit di Casale) e per motivi legislativa, poichè infatti la Fibronit dista meno di 400 metri dalle case e meno di 1 km da scuole ed ospedali. 

 

 

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Commenti: 5
  • #1

    bellina giuseppe (martedì, 28 giugno 2016 11:11)

    A Sesto San Giovanni per molti fu un trauma la chiusura degli impianti industriali negli anni 80-90.C'e' da dire questo pero':la Falck e la Breda erano ormai inserite nel contesto cittadino e urbano,la citta' ampliandosi e le fabbriche espandendosi erano diventate un tutt'uno.Impossibile convivenza,la chiusura era inevitabile,non fu solo un probema produttivo o di concorrenza sul mercato,di trasporti,di fondo c'era anche il problema della salute.Come a Broni,cosi' a Sesto l'industria ormai appoggiava una spalla su scuole,ospedali e spazi verdi.L'area abitativa e residenziale erano diventate un sogno.In taluni casi i processi produttivi nocivi e pesanti erano a meno di 200 metri dalle case.z

  • #2

    bebo storti (venerdì, 18 febbraio 2022 08:14)

    sto preparando uno spettacolo sull'amianto e sulla gestione dello stesso e delle fabbriche che lo lavoravano, dei cantieri e dell'utilizzo scellerato e criminale che se ne fece nel passato. Vorrei sapere se è possibile accedere al materiale d'archivio che riguarda la città di Broni. Il suo passato, i suoi lutti e la sua lotta, che ora da dei risultati meravigliosi. Io sono partito, per lo spettacolo, dalla situazione di Arquata Scrivia, dei cantieri per il terzo valico, dalle dichiarazioni false ed accomodanti sulle aree "senza presenza d'amianto" dove gli scavi si effettuavano, per poi scoprire che avvenivano in altri luoghi. Tante di quaste "amenità", compresa la connivenza di politica ed imprese...vi sarei davvero grato se poteste fornirmi un aiuto. ringraziandovi fin d'ora. Bebo Storti

  • #3

    Claudia (giovedì, 24 febbraio 2022 19:21)

    Ciao Bebo, grazie per avere scritto. L'archivio del comune di Broni è stato appena aperto, non so però se anche al pubblico. Da quello che ho capito non è ancora stato organizzato, per cui rintracciare i documenti potrebbe essere alquanto difficile. E' ben per questo motivo che ho fatto questo sito, e cioè proprio per poter avere una storia che altrimenti non si trovava da nessuna parte. Io ti consiglierei di chiamare il comune e chiedere se puoi consultare qualche documento. L'altro consiglio che mi sento di darti è rintracciare chi del sindacato si occupava all'epoca della fabbrica, perchè sicuramente quella potrebbe essere un'ottima fonte di informazione. Mi fai sapere poi come procede? Mi piacerebbe poter venire a vedere il tuo spettacolo! In bocca al lupo.

  • #4

    bebo storti (lunedì, 14 agosto 2023 12:31)

    grazie Claudia
    è passato del tempo, il progetto ha subito un arresto (motivi di lavoro e altro) ma posso dire, finalmente che febbraio/marzo 2024 prodotto dal teatro della Juta di Arquata Scrivia debutterà. saro solo in scena (eravamo in 5 ma causa covid-rinvii e altro mi ritrovo solo sul palco) a raccontare questa ed altre storie di amianto.
    farò come mi hai suggerito e mi attiverò. tieni conto che oltre a Broni sono almeno 10/15 le città di cui narrerò...
    un grazie e Viva il Lupo!

  • #5

    Claudia Porzio (lunedì, 21 agosto 2023 19:10)

    Ciao Bebo, bravissimo per aver continuato, nonostante gli ostacoli. Never give up! Così di fa. Mi raccomando, tienici aggiornati, così possiamo magari mettere il calendario delle tue perfomance nella pagina appopsita.
    Sempre viva il lupo!